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Insights

Il paradosso delle pensioni: quando guadagnare di più significa ricevere di meno

17/04/2024

Il paradosso delle pensioni: quando guadagnare di più significa ricevere di meno

Massimiliano Silla

Introduzione

Il sistema pensionistico italiano sta attraversando una fase di importanti trasformazioni. Il passaggio al sistema contributivo e le recenti riforme hanno portato a una significativa riduzione del tasso di sostituzione, ovvero la percentuale dello stipendio che verrà erogata come pensione. Di seguito rispondo alle domande più frequenti su questo paradosso e sull’importanza di una pianificazione finanziaria tempestiva per integrare la pensione pubblica con forme complementari.

Che cos’è il paradosso delle pensioni in Italia?

Il paradosso delle pensioni in Italia risiede nel fatto che, nonostante un maggior guadagno durante la carriera, i futuri pensionati riceveranno una percentuale inferiore dello stipendio come pensione. Attualmente, il tasso di sostituzione è al 76,1%, ma si prevede che scenderà sotto il 60% entro il 2040 e raggiungerà il 58,6% nel 2070, a causa del passaggio completo al sistema contributivo.

Perché il tasso di sostituzione sta diminuendo?

Il tasso di sostituzione diminuisce perché, nel sistema contributivo, la pensione viene calcolata esclusivamente sui contributi versati. Ciò penalizza le carriere brillanti, in quanto i contributi iniziali sono rivalutati in misura inferiore rispetto agli stipendi finali. Questo porta a una riduzione della percentuale del reddito percepita in pensione.

Quali sono le conseguenze per i giovani?

I giovani di oggi dovranno affrontare pensioni più basse e, di conseguenza, lavorare più a lungo per mantenere un tenore di vita adeguato. La diminuzione del tasso di sostituzione implica che, pur guadagnando di più, il rapporto tra lo stipendio e la pensione futura sarà inferiore rispetto alle generazioni precedenti.

Come influirà la crescita della spesa pensionistica sul sistema previdenziale?

Attualmente, la spesa pensionistica in Italia corrisponde al 16,2% del PIL e si prevede che aumenterà ulteriormente. Questo rende insostenibile l’affidamento esclusivo alla previdenza pubblica. Di conseguenza, per mantenere un tenore di vita adeguato, i futuri pensionati dovranno integrare la pensione pubblica con forme di previdenza complementare, come investimenti o piani pensionistici privati.

Quali riforme hanno avviato la transizione al sistema contributivo?

Le riforme Dini e Fornero hanno iniziato questa transizione: coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1978 avranno le pensioni calcolate interamente con il metodo contributivo per gli anni successivi al 1996. Questo cambiamento comporta una riduzione del tasso di sostituzione rispetto al vecchio sistema retributivo.

Perché è importante iniziare presto una pianificazione finanziaria per il futuro pensionistico?

È essenziale avviare una pianificazione finanziaria fin da giovani per integrare la pensione pubblica con strumenti complementari. Affidarsi a un consulente finanziario indipendente consente di definire obiettivi chiari e di strutturare una strategia personalizzata, ottimizzando la gestione del patrimonio e preparandosi a fronteggiare il futuro scenario previdenziale.

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